Il Signore della montagna
di Sigfrido E. F. Hobell

 

Con il titolo di Vecchio della Montagna i Crociati indicavano lo Sheikh-el-Jebel, ovvero il "Signore della Montagna", Gran Maestro e capo carismatico di una misteriosa setta ismaelita, i cui membri, i Fidawi, erano noti col nome di "Assassini".

Questo termine, entrato nel linguaggio comune per indicare chi commette degli omicidi, vien fatto derivare dal nome dell’Hachisch, droga che a quei tempi era già usata in Oriente.

Si racconta, infatti, che il Signore della Montagna, usando questa droga, narcotizzasse i suoi seguaci, e li facesse trasportare in un bellissimo giardino, dove si risvegliavano, fra fiori e profumi, circondati dalle donne più desiderabili; il ricordo di quest’esperienza paradisiaca, vissuta in uno stato di semi-incoscienza, doveva dare la certezza di una ricompensa ultraterrena e determinare, quindi, una totale indifferenza verso la vita, per cui gli Assassini affrontavano la morte e il dolore senza alcuna paura, anzi con gioia.

Il Signore della Montagna aveva quindi a disposizione un esercito di fedelissimi seguaci, esecutori passivi, ma temibili e inarrestabili, della sua volontà, e ne fece un impiego sistematico, soprattutto per far assassinare avversari politici e religiosi.

Ma, al di là di di questi aspetti poco edificanti, ma tristemente attuali, di una pratica politica basata sull’impiego di assassini-suicidi, la vicenda del Signore della Montagna appare estremamente interessante per alcuni suoi aspetti di carattere iniziatico e per i rapporti, per nulla ostili, che la Setta degli Assassini ebbe con l’Ordine dei Cavalieri Templari.

Il fondatore della setta fu Hassan Sabbah, figlio di un mercante persiano e compagno di studi a Nishapur del famoso poeta Omar Khayyam. Dopo essere stato coinvolto in degli intrighi politici che lo costrinsero a fuggire precipitosamente, Hassan incontrò un vecchio Ismaelita, che lo iniziò alla "Dottrina della Retta Via", introducendolo nella Sebayah, la "Setta dei Sette", che riconosceva come settimo ed ultimo Iman, Ismael, figlio di Jafar as-Sadik, sesto Iman sciita.

La Setta, che aveva un carattere iniziatico, era articolata in sette gradi, in cui veniva progressivamente rivelata una dottrina segreta, basata sulla conoscenza dei significati nascosti dei Testi sacri. Al Cairo, Hassan fu iniziato al grado più alto, e sembra che qui venisse a conoscenza dei segreti connessi all’uso dell’hachisch.

Dopo essere dovuto fuggire dal Cairo, e dopo aver a lungo viaggiato, giunse presso Rudbar, fra le montagne a sud del Mar Caspio, e qui si impadronì della rocca di Alamut, il "Nido dell’Aquila", che diventò il centro del suo potere, e il cui nome viene anche interpretato come "l’Insegnamento dell’Aquila".
 

Quando nel 1118 Hughues de Payens, il fondatore dell’Ordine Templare, giunse a Gerusalemme, il Signore della Montagna era ormai saldamente attestato nella fortezza di Alamut, ma il suo atteggiamento non era affatto ostile ai Crociati, che considerava anzi dei possibili alleati nella sua lotta per il potere nel mondo islamico, e tale posizione fu conservata anche dai suoi successori.

Particolarmente intensi furono i contatti fra i Templari e gli Assassini, e più volte i Cavalieri del Tempio furono ospiti al Nido dell’Aquila, tanto da far pensare ad un’alleanza segreta fra i due Ordini, sospetto che nel 1236 indusse Papa Gregorio IX a rimproverare i Templari.

Certo si possono rilevare diversi punti di contatto fra Templari e Assassini: entrambi gli Ordini coniugavano la loro matrice mistico-religiosa ad un carattere militare e ad una prassi politica spesso spregiudicata; entrambi avevano una rigida organizzazione gerarchica ed anche i colori dei loro abiti, il bianco e il rosso, erano simili. Inoltre, gli aspetti segreti ed iniziatici della setta del Signore della Montagna non possono non far pensare a quegli aspetti occulti e misteriosi che, pur non essendo mai stati confermati da prove sicure, sono sempre stati attribuiti al Templarismo.

Tuttavia non sempre i rapporti fra Templari e Assassini furono idilliaci e nel 1172 un Cavaliere Templare si rese colpevole del massacro di un gruppo di Assassini che si erano recati presso il Re di Gerusalemme.

In altri casi si sospettò che i Templari utilizzare gli Assassini per i loro fini politici, come nel 1187, quando i seguaci del Signore della Montagna assassinarono due dei pretendenti al trono di Gerusalemme. Inoltre, durante la Gran Maestranza di Robert de Craon, il Signore della Montagna dovette accettare di pagare un tributo annuale all’Ordine del Tempio, ma quando Luigi IX giunse in Terra Santa, gli inviò degli emissari con dei ricchissimi doni, chiedendo che questo tributo fosse soppresso.

Come si può vedere, allora come ora, la Storia presenta diversi lati oscuri: la politica, la guerra e l’assassinio si intrecciano a motivazioni religiose, talvolta al fanatismo settario o a profezie apocalittiche, e spesso si intravedono aspetti e collegamenti misteriosi, che inducono a sospettare l’esistenza di inquietanti retroscena.

 

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