Anche l’ambulante diventa europeo

Al via il riconoscimento delle attività professionali per il commercio e l’artigianato.

Con la recente direttiva adottata il 28 aprile 1999 dal Parlamento europeo e dal Consiglio si è concluso l’iter normativo per il riconoscimento delle qualifiche per le attività professionali.
Si completa così il sistema generale che favorirà ancora meglio la circolazione delle arti, delle professioni, dei diplomi e delle qualifiche.
Rimane però, per una sorta di necessaria compensazione, la necessità di scegliere, prima di accedere in uno Stato membro, se seguire un tirocinio o sottoporsi a una prova attitudinale.
In altri casi se la propria formazione ha una caratteristica più debole (cioè ha avuto una durata più breve) rispetto allo Stato ospitante, sarà necessario per il migrante comprovare una esperienza professionale già consolidata in quel settore di attività.
E allora anche gli ambulanti, che di strada ne fanno tanta ogni giorno, potranno consolarsi al pensiero di poter finalmente arrivare a Bruxelles.
Con questa ultima iniziativa si amplia il mercato del lavoro, da nazionale ad europeo.
Tutto ciò sembrerebbe configurare una rosea prospettiva, se non fosse che di mobilità ce n’è poca.
Anzi, secondo il Ministero di Grazia e Giustizia -in un articolo apparso il 31 maggio 1999 sul Sole24Ore- nel 1998 si sono avuti 78 arrivi in Italia e solo 10 partenze verso l’Europa.

Il saldo è negativo, importiamo più di quanto esportiamo, ma i numeri sono troppo scarsi per evidenziare una significatività reale.

Possiamo però osservare come siano soprattutto i professionisti a varcare la frontiera: 21 avvocati, 20 psicologi, 16 ingegneri.
A tal proposito ci ritorna in mente un vecchio adagio " tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare".
Cosa accadrà nei prossimi anni ? Ci saranno veramente maggiori opportunità di scelta per realizzare il proprio lavoro o mestiere?
Più che dare una risposta - tante sono le variabili in gioco - possiamo però riflettere su quei fattori che possono favorire la mobilità.
Una positiva esperienza è stata data da quei programmi come Comett, Lingua, Leonardo che hanno consentito a tanti giovani di avviare dei percorsi interculturali originali e innovativi per apprendere una lingua, confrontare nuovi saperi, superare quei limiti nazionali che spesso rappresentano delle vere barriere culturali che rallentano il processo di mobilità, elemento costitutivo della nuova EUROPA
 

Professionisti stranieri arrivati in Italia e italiani andati all’estero

Categorie 1997 1998
Arrivi Partenze Arrivi Partenze
Avvocati 33 - 21 -
Ingegneri 23 1 16 6
Psicologi 22 3 20 4
Chimici 1 1 - -
Assistenti sociali 4 2 9 -
Biologi 3 2 8 -
Geologi 4 - 1 -
Agronomi 1 - - -
Commercialisti 1 - - -
Periti industriali 1 - - -
Geometri 1 4 - -
Tecnologi alimentari - - 1 -
Periti agrari - 1 - -
Traduttori giurati - 1 - -
TOTALE 94 15 76 10
Fonte: Ministero di Grazia e Giustizia.

 


 

Direttiva 89/48/CEE del Consiglio del 21/12/98, relativa ad un sistema generale di riconoscimento dei diplomi d’insegnamento superiore che coronano corsi di formazione professionale di una durata minima di tre anni

Riferimento: GUCE L 19 del 24/1/89

Direttiva 92/51/CEE del Consiglio del 18/6/92, relativa a un secondo sistema generale di riconoscimento delle formazioni professionali che integra la direttiva 89/48/CEE.

Riferimento: GUCE L 209 del 24/7/92

Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un meccanismo di riconoscimento dei diplomi per le attività professionali disciplinate da direttive di liberalizzazione e di transizione, e completa il sistema generale di riconoscimento dei diplomi disciplinato dalle direttive 89/48/CEE e 92/51/CEE

Riferimento: GUCE C 115 del 19/4/96

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