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MAGGIO 2007

a cura del Dirigente Scolastico Prof. Dott. Alessandro Scognamiglio

 


Visita d’Istruzione al Complesso Monumentale del Belvedere di S. Leucio (Caserta), Venerdì 04/05/2007, dalle ore 9,00 alle ore 18,00.

Comunico che venerdì, 04.05.2007, gli alunni della scuola primaria effettueranno una visita d’istruzione guidata al Complesso Monumentale del Belvedere di San Leucio, località di Caserta.

E’ un borgo storico costruito dai Borboni Carlo III e Ferdinando IV, suo figlio, dove si ammireranno l’Appartamento reale, i Giardini del Belvedere, il Museo della seta e la Casa del Tessitore.

Si tratta di un interessante percorso storico-culturale che consentirà agli alunni di conoscere una reggia-filanda in cui un monarca assoluto si fa fautore di riforme sociali, condividendo l’abitazione con un opificio in cui operai sudditi privilegiati si dedicano ad un’attività produttiva, sfruttando l’energia idraulica dell’acquedotto carolino ed un indotto che interessa tutto il territorio in quanto gli agricoltori erano mobilitati e incentivati nel preparare la materia prima mediante l’allevamento del baco da seta.

San Leucio, come ho anticipato, è un piccolo centro, frazione di Caserta, conosciuto in tutto il mondo perché ancora oggi le industrie seriche utilizzano gli antichi telai artigiani a mano nella produzione di stoffe pregiate e damaschi, ricercati in tutti gli ambienti raffinati per la classicità dei disegni ed il valore del tessuto.

Queste industrie risalgono al 1773 quando il sovrano Ferdinando IV di Borbone diede prova che nella sua persona, accanto al monarca assoluto, conviveva anche il sovrano imprenditore filantropico, liberale ed illuminato in quanto costituì nel centro una colonia di operai per i quali allestì un opificio sociale autogestito, affinché si occupassero della trasformazione della bava del baco da seta realizzando la creazione di tessuti pregiati.

Si preoccupò, intanto, di creare per loro condizioni di vita tranquilla, serena e pacifica convivenza, secondo le più avanzate istanze delle riforme sociali, tant’è che da Gaetano Filangieri si fece compilare addirittura un codice progressista, filantropico e liberale, differente da quello rigido e severo imposto in tutte le altre parti del Regno delle Due Sicilie. Quindi, la colonia degli operai di San Leucio divenne una vera e propria isola felice, un feudo prediletto dove vivevano insieme la corte con gli operai, considerati non più in quanto sudditi ma come collaboratori, per i quali il Sovrano aveva decretato non solo l’educazione pubblica e quelle che oggi chiamiamo pari opportunità, ma anche certe forme di previdenza, con la cassa di carità, il diritto di successione, il monte di pietà per gli orfani, una scuola di formazione e apprendistato ed il premio di sposarsi e chi eccelleva nella qualità della produzione.

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Visita agli scavi di Pompei, quarta ed ultima tappa dell’itinerario di ricerca etno - storica, denominato “Sulle orme degli antichi avi alla ricerca delle nostre radici culturali”. Giovedì 31 maggio 2007 – Dalle ore 9:30 alle ore 15:00.

 

La prima delle quattro tappe del percorso di cui all’oggetto ha avuto luogo il 15 maggio 2007, e si è realizzata nell’escursione culturale nel territorio flegreo, con punti di riferimento a Cuma, la cui fondazione risale al 1049 a.C. che la qualifica perciò la primogenita delle città italiane, a Baia, Miseno, Averno, Lucrino e Pozzuoli. La visita ha avuto per finalità la ricerca di riscontri archeologici  della civiltà flegrea, custoditi in un territorio ubertoso, meraviglioso, magico ed affascinante, favorito, peraltro, in maniera eccezionale dalla natura, per l’amenità del clima, per l’incantevole paesaggio e per le ricche e varie risorse delle acque termominerali.

Queste prestigiose condizioni alimentavano miti e leggende riscontrati nei poemi omerici, nell’Eneide, nelle Bucoliche  e nelle Georgiche virgiliane, nonché nei riferimenti storici di Tito Livio, Strabone, Erodoto, Plinio, Cicerone, Seneca, Tacito, Orazio, Svetonio e tanti altri che si studiano al liceo.

La seconda tappa del percorso si è svolta nei siti archeologici di S. Maria Capua Vetere il 28 aprile 2007, con traguardo nell’anfiteatro romano, il secondo per grandezza dopo il Colosseo, col supporto scientifico, tecnico ed artistico di esperti ed attori del teatro  le Nuvole di Edenlandia, i quali hanno presentato uno spettacolo in cui si sono esibiti sotto le spoglie di redivivi gladiatori che si affrontavano in combattimenti letali da far acquisire ai Romani la cattiva ed ambigua abitudine di un popolo che si faceva contaminare da gusti barbari nelle attività sportive di tempo libero.

Comunque, con la rappresentazione nell’Arena, si è attivata e concentrata la riflessione sul popolo dei gladiatori, sulle condizioni dei popoli vinti e ridotti in schiavitù dai Romani e sui tentativi di liberazione, domati nel sangue durante la Guerra Servile, con particolare puntualizzazione sulla ribellione degli schiavi capeggiati da Spartaco contro Roma negli anni 73-71, sbaragliati dalle forze di Crasso e di Pompeo, proprio qui alle falde del Vesuvio, nel territorio compreso fra Ottaviano, Somma Vesuviana e Marigliano.

La terza tappa, denominata “spedizione esplorativa”, ha avuto come centro d’interesse e d’argomento l’Etruria, con particolare sosta a Tarquinia. Le ricerche si sono polarizzate sui rapporti fra i nostri avi Osci, aborigeni della Campania insieme agli Aurunci ed Ausoni, e gli Etruschi che penetrarono già prima del 500 a.C. nei nostri territori, fondendosi nelle città dell’entroterra campano, in maniera così stretta da confederarsi in dodecapoli.

Si sono rilevate affinità e differenze fra i due popoli che furono insieme fino al 474 a.C., ossia fino a quando gli Etruschi furono sconfitti dal Tiranno Gerone di Siracusa, accorso in aiuto di Cuma  con la sua potentissima flotta, in cambio della fraudolenta e pericolosa donazione dell’isola di Ischia.

Sono state esplorate le necropoli, rilevando utili informazioni, con l’aiuto di esperte guide della sovrintendenza locale, sulla politica, sull’edilizia domestica ed urbana, sull’arte, sugli usi e costumi, nonché sull’”Industria” estrattiva del tempo e sui commerci, al fine di selezionare le radici comuni tra i due popoli.

La quarta tappa, si effettuerà il 31 maggio 2007 a Pompei ed avrà il suo traguardo finale negli scavi archeologici dove è stata portata alla luce parte cospicua di ciò che rimane dell’antica città, sepolta sotto uno spessore di cenere e lapilli di 7 metri, dall’eruzione del Vesuvio del 79 a.C., durante la quale, come descritto dal nipote Plinio il Giovane, morì Plinio il Vecchio il quale, oltre ad essere il comandante della flotta romana ancorata a Miseno, era noto, stimato e celebrato naturalista che, proprio per studiare l’eruzione, ne divenne vittima, perché investito da cenere, lapilli e macigni infuocati.

I nostri studenti visiteranno il museo, ciò che rimane della villa suburbana di Porta Marina, il Tempio di Apollo, di Venere, di Iside e quello di Giove, la Basilica, il Foro, il Macellum, le varie tabernae, le terme del Foro col tepidarium ed il calidarium, la casa di Glauco, la casa del Fauno e quella degli Amorini, la lussuosa villa dei Vetti, il Pistrinum (panificio), la Villa dei Misteri dionisiaci con le pregiate decorazioni e gli artistici dipinti, gli affreschi e le sculture ed i quattro stili di pittura dell’epoca.

Osserveranno le murazioni, le otto porte e le munificazioni. Rileveranno le tecniche edilizie domestiche e urbane, i sistemi di raccolta e di trasporto dell’acqua. In particolare rileveranno e studieranno sul posto la pianta schematica della casa (vestibolo, ingresso, celle, cubicoli, atrio, dispensa, triclinio, peristilio, esedra, ecc.).

In Pompei rileveranno, dunque, tutto ciò che compendia la convivenza tra Osci, Etruschi e Greci; in effetti, il nucleo essenziale delle tre ramificazioni delle radici del nostro ceppo atavico in cui si fonda e si compendia l’origine della nostra civiltà campana.

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Invito alla manifestazione di Fine Anno scolastico 2006/2007, consistente nel Musical dal titolo “ Moda, modi e moti”, che si effettuerà sabato 26 maggio 2007, nell’auditorium multimediale, con inizio alle ore 16:30. Col supporto tecnico dell’Eduform.

 E’ ormai tradizione di questo Istituto salutare la fine dell’anno scolastico che sta per terminare con una manifestazione artistica, culturale e ricreativa, intesa ad evidenziare, in un’atmosfera ludica e distensiva, il forte impegno condiviso educativo alunno-scuola-famiglia nella realizzazione del processo educativo e formativo che si è svolto lungo tutto il relativo arco temporale impiegato.

Partiamo dal presupposto che un’autentica esperienza scolastica non può essere lineare. E’, perciò, necessariamente articolata e ramificata, se vuole abilitare gli studenti alla costruzione dei saperi ed all’esercizio produttivo delle capacità che consentono di assumere un atteggiamento critico per poter agevolmente interpretare i diversi accadimenti, azioni e comportamenti umani, quasi sempre percepiti come condizionati da oscure contaminazioni, ambiguità ed equivocità.

Vogliamo abilitare gli alunni a maturare la coscienza della gestione della propria libertà intesa con capacità critica, di responsabilità e impegno decisionale di fronte ai condizionamenti di una società sempre più insensibile ai valori autenticamente umani ed altamente in crisi.

Abbiamo sempre tenuto presente che i valori che si apprendono e si esercitano a scuola rimangono circoscritti e statici nell’archivio teoretico della mente se non vengono rielaborati e praticati pragmanticamente mediante l’operatività esperienziale  aperta, sollecitata ed alimentata dall’esercizio quotidiano in funzione del ruolo personale da gestire nel contesto socio-culturale, politico e produttivo di destinazione.

Riteniamo che il sapere che si apprende e si costruisce a scuola deve essere un sapere metaculturale, ossia che travalica gli abituali e formali obiettivi valutativi limitati alla certificazione burocratica del rendimento scolastico.

E’ necessario che si proietti verso orizzonti che vanno al di là dei limiti delle singole discipline di studio, nel senso che deve consentire ai giovani di affrontare con sicurezza ogni problema che incontrano nella società conoscitiva, complessa, dell’incertezza e dell’ambiguità.

E solo una scuola viva e fiera della sua autonomia culturale ed organizzativa, qual è l’Istituto Montessori, dedita alla formazione di tutte le componenti e funzioni delle personalità, riesce a realizzare la maturazione di un cittadino consapevole del suo valore, integrato nel mondo e con l’attitudine ad interpretarlo ed orientarsi in esso, con capacità di scelta e d’impegno responsabile e produttivo nell’affrontare il futuro.

Il segreto del successo sta nella professionalità e competenza dei docenti che, incoraggiati dal consenso e dalla disponibilità di voi genitori, si impegnano nell’adeguare la misura del loro intervento ai ritmi, stili e livelli di sviluppo dei vostri figli, dando opportune e calibrate risposte ed aiuto personalizzato ai bisogni, attese e destinazioni sociali e lavorative.

Si tratta di un lavoro formativo complesso, ragionevolmente programmato e scrupolosamente effettuato secondo i principi ed i criteri di una didattica modulare, intesa ad armonizzare l’educazione formale, quella informale e non formale, in una sintesi aperta e flessibile di osmosi reciproca, in cui interagiscono elementi e relazioni, ossia modi e connessioni, finalizzati ad ottimizzare il processo apprenditivo.

Con la festa di Fine Anno, orbene, vogliamo offrire una prova significativa e trasparente di natura culturale, finalistica e metodologica, ossia una dimostrazione viva, palpitante, stimolante ed esaltante che gli alunni si sono impegnati a darvi mediante il ricorso a diversi linguaggi verbali e non verbali, a svariate esperienze scolastiche e non scolastiche.

Con tale dimostrazione intendono rendervi edotti non solo di ciò che hanno utilmente appreso, ma anche di come hanno appreso ad imparare e di come hanno imparato a vivere, sapendo padroneggiare i saperi che offre la scuola e quelli che attingono al di fuori della stessa, padroneggiandoli con la capacità e la competenza di sicuro orientamento e di attenta indipendenza ed autonomia nella gestione delle relazioni , comunicazioni e convivenza interattiva.

Il loro sapere, dunque, non è costituito solo da quello codificato nei programmi e nei piani di studio, ma anche da quello scritto nel grande ed infinito volume della viva realtà extrascolastica, nei confronti del quale l’Istituto Montessori si costituisce come open laboratory, ossia come fattore di mediazione che filtra, con il meccanismo e gli strumenti dell’interpretazione critica, tutto ciò che gli alunni attingono dall’ambiente, per renderlo compatibile con i valori.

E di ciò diamo prova anche con la Rubrica Note di Vita Scolastica, riservata nel giornale dell’Istituto “Oltre la Scuola”, dove si descrivono in sintesi alcune delle tante attività curricolari e non curricolari svolte.

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 Visita guidata a Tarquinia – Venerdì 11/05/2007,  dalle ore 6,30 (partenza) alle ore 22,00 (rientro)

 

Comunico che il giorno  11  maggio 2007, con partenza alle ore 6,30 e con rientro in sede alle ore 22,00 circa, partirà una “spedizione esplorativa”  di oltre 100 studenti delle scuole secondarie di 1° e 2° grado alla volta dell’Etruria per effettuare un’indagine storica su alcune radici etniche dei nostri avi Osci, discendenti in parte dagli Etruschi (oltre che dai Pelasgi ed altri popoli), penetrati nella Campania, già prima del 500 a.C., come scrive l’illustre storico, nostro compianto amico, Prof. Francesco Aliperti, padre della nostra professoressa Daniela, alla memoria del quale va il nostro reverente omaggio, per averci lasciato l’interessantissimo e apprezzatissimo volume di 336 pagine   “L’Opicia Preromana e Romana”, frutto di un paziente impegno e di un appassionato ed attento studio delle fonti e della critica, condotto con rigore ed acume scientifico e inconfutabile, fin nei minimi particolari.

Con gli Etruschi, la cui origine resta ancora un mistero, il popolo Osco della Campania avrebbe condiviso il bisogno di confederarsi in dodici colonie o città-stato (dodecopoli), addirittura  con un’unica monetazione, la cui zecca era localizzata a Capua e a Nola, per difendersi dalle trasmigrazioni  nelle zone costiere dei popoli greci.

L’astro degli etruschi nell’entroterra Campano tramontò con la sconfitta dei confederati nella guerra contro Cuma, capoluogo del territorio costiero, per l’aiuto che  questa ebbe nel 474 a.C. da parte di Gerone di Siracusa. Il fatto si ripercosse anche su Roma che proclamò la caduta della monarchia nel 509 a.C., con la destituzione dell’ultimo re, Tarquinio il Superbo, che riparò a Tarquinia sua città d’origine.

Tarquinia, centro in provincia di Viterbo è, dunque, la meta della visita-ricerca dell’11 maggio per scoprire alcune delle radici delle origini dei popoli che si fusero con gli Osci, nostri antenati aborigeni.

Gli studenti, sotto la guida di esperti studiosi locali, si impegneranno nel verificare gli elementi essenziali della complessa civiltà degli Etruschi e la loro influenza profonda sulla nostra storia: la religiosità, il culto dei morti, il senso dell’oltretomba mediante l’esplorazione delle testimonianze delle camere ed   ipogei sepolcrali delle necropoli, l’organizzazione politica della confederazione di dodici città-stato, le opere edilizie e di pubblica utilità, l’arte della scultura e della pittura, il realismo nell’espressione della figura umana e nelle pitture sepolcrali, la prospera economia, tratta dal commercio e dallo sfruttamento delle risorse minerarie, dalle opere di ingegneria per l’edilizia, fra cui sono ormai famosi l’arco etrusco e la bonifica delle paludi.

In definitiva, approfondiranno l’influsso che la civiltà etrusca esercitò su Roma e sul nostro territorio, nel periodo preromano e romano, che al Nostro studioso Aliperti  piace ricordare con l’appellativo Opicia, ossia terra degli Osci, e le ripercussioni sul presente.

Al termine dei lavori “la spedizione” si recherà all’EUR di Roma per un intervallo ristorativo e di relax, prima del rientro in sede, previsto per le ore 22:00 circa.

Invito chi intende partecipare ad informarsi presso la segreteria sulle modalità d’adesione e partecipazione.

Il Prof. Mimmo Mattiello è incaricato di coordinare l’organizzazione e la vigilanza, curando di condurre a buon fine l’esperienza.

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Secondo Congresso Scientifico “Germana Ragosta”: Il Cancro della prostata. Auditorio Multimediale di quest’Istituto - Mercoledì 23 maggio 2007 – ore 10,00. Invito.

 

Mercoledì 23 maggio 2007, alle ore 10.00, si svolgerà il congresso di cui all’Oggetto, promosso dall’emerito Prof. Aniello Ragosta ed organizzato dall’Istituto Nazionale Tumori, Fondazione G. Pascale, dall’Istituto M. Montessori, dall’Eduform e dalla Confederazione Solidarietà ed Impegno. Relatori saranno, fra gli altri, i quattro illustri clinici ricercatori di cui all’allegato depliant.

 E’ ormai risaputo che la ricerca oncologica ha intrapreso la tanta auspicata svolta positiva che finalmente orienta ad un futuro di speranze promettenti, per quanto concerne l’esplorazione diagnostica e l’intervento terapeutico, da quando gli studiosi, fra i quali emergono gli scienziati della Fondazione G. Pascale di Napoli, hanno potenziato gli sforzi sperimentali sulla genetica e sulla biologia molecolare e relativi meccanismi.

Ciò consente di sostituire la chemioterapia tradizionale con la cosiddetta terapia intelligente.

La prima, non immune da conseguenza dannose, nell’intento di bloccare la proteina difettosa, la cellula tumorale, distrugge fatalmente anche quella sana.

La nuova terapia, al contrario, è mirata ad annientare esclusivamente le cellule difettose.

Sono convinto che di questi e di altri problemi relativi ai geni alterati delle neoplasie discuteranno gli illustri clinici partenopei, evidenziando i traguardi da loro raggiunti nelle acquisizioni di laboratorio e nella sperimentazione delle relative applicazioni, tra cui l’individuazione di farmaci capaci di bersagliare solo la proteina difettosa nella cellula cancerogena per ottenere risultati eccellenti.

E’ un meeting di importanza scientifica eccezionale, voluto dal Prof. Aniello Ragosta per ricordare la dolce memoria della sua angelica amata figlia Germana, stroncata nel fiore dei suoi anni giovanili dal ribelle male cancerogeno, dopo un calvario di atroci sofferenze, sopportate con rassegnazione alla decisione della volontà divina.

L’evento, fra le tante altre finalità, è stato salutato con grande entusiasmo da questo Istituto perché vuole con esso sensibilizzare le istituzioni affinché sostengano convenientemente gli sforzi ed i sacrifici dei “cervelli”, affinché possano, all’interno delle nostre strutture nazionali, dedicarsi serenamente al loro lavoro di ricerca, senza dover espatriare là dove i governanti si rivelano più disponibili ad agevolarne l’effettuazione allo scopo di alleviare le sofferenze e ridare fiducia di vita a tanti pazienti abbandonati ad un destino fatale che può essere  ostacolato e superato se si riescono a dominare le cause e i meccanismi alla base della patologia.

E’ strano che la politica si arrovelli per questioni sociali di poco conto, rispetto al male ancora per certi aspetti oscuro, a vantaggio di chi sta bene in salute e che può attendere che si legiferi  anche sui suoi interessi in un tempo più lontano.

E’ questione di civiltà occuparsi con urgenza di chi soffre, senza speranze, in un letto di ospedale, martirizzato da terapie ancora senza garanzie di guarigione, di un esercito in disfatta di malati terminali agonizzanti!

Eppure la politica è sollecita a correre dietro per le piazze a sostegno di chi, pieno di salute, con carri allegorici, parodie, musiche, danze e bivacchi urla a squarciagola chiedendo l’immediato riconoscimento di diritti presunti e non presunti, mentre si trascurano la raccolta dei rifiuti e coloro che, per le atroci malattie dovute anche alla conseguente contaminazione ambientale, non hanno neppure il fiato per esternare il lamento della sofferenza che spegne loro la voce giorno dopo giorno.

Quando la politica vorrà scendere in piazza per i derelitti che hanno diritto alla vita che viene loro negata perché mancano i fondi per accelerare la ricerca e tutto deve essere rimediato  dalla carità dei cittadini e dall’abnegazione dei “cervelli” impediti dalla povertà delle risorse che ostacola il loro compito di benemeriti salvatori dei sofferenti?

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 Visita guidata all’Officina dei Piccoli – Città della Scienza di Napoli –Venerdì 18/05/2007, dalle ore 9,00 alle ore 13,00.

 

Comunico che, venerdì 18/05/2007, i bambini della Scuola dell’Infanzia compiranno una visita finalizzata all’effettuazione di nuove esperienze percettive con modalità ludiche che stimolano l’apprendimento programmato alla libera esplorazione ed interazione di ciascun bambino con i singoli exhibits. Si tratta di occasioni predisposte per sollecitare il contatto, la manipolazione, l’osservazione, la scoperta, l’invenzione e così via.

Espongo qui di seguito le ragioni psicologiche, educative e pedagogiche che motivano la scelta di tale insolita esperienza.

Maria Montessori ricorda agli educatori che la scuola spesso, invece di costituirsi come contesto ambientale che favorisce la rigenerazione umana, si trasforma in luogo che degrada il corpo e lo spirito quando comprime gli scolari mediante l’immobilità ed il silenzio per ottenerne la disciplina. Questo tipo di scuola fortunatamente ha perso la credibilità.

Vera scuola è quella che permette lo svolgimento delle manifestazioni spontanee e la vivacità individuale di ciascun bambino per consentire il risveglio dell’uomo che sta assopito nella sua anima.

La chiave segreta del metodo della pedagogia scientifica è costituita, dunque, dall’                          azione sullo spirito perché l’educazione è un contatto di anime all’interno di un ambiente favorevole dove il bambino trova a sua disposizione, ben predisposti, funzionali mezzi di sviluppo, soprattutto nell’età che va dai tre ai sei anni.

Molti difetti vengono acquisiti e diventano cronici appunto perché vengono trascurati proprio in tale periodo di sviluppo che è il più cruciale della vita.

Il bambino, oggi più che mai, deve essere aiutato a liberarsi dall’inerzia, dall’immobilità e dall’inattività indotta dallo stazionamento davanti al televisore, guidandolo attraverso i sentieri dell’indipendenza. Deve essere efficacemente stimolato ad imparare a fare, ad orientarsi mediante lo sviluppo ed il raffinamento dei sensi, allargando il campo della percezione con l’esplorazione dell’ambiente.

Stimolare la sua vitalità, lasciandolo libero di svilupparsi, è il primo compito di chi educa.

Tutto ciò richiede una guida intesa come attenzione, aiuto e cura perché, senza la costanza attiva dell’intervento educativo, il bambino non potrà mai da solo impadronirsi degli strumenti culturali, sviluppare le funzioni psichiche superiori, superare la zona di sviluppo potenziale e maturare regolari relazioni comunicative e sociali.

Leont’ev addirittura asserisce che l’attività mentale non è che l’interiorizzazione dell’attività esterna. Ed evidenzia l’importanza dell’azione nella relazione del bambino con l’ambiente.

Partendo, dunque, da queste riflessioni, la filosofia pedagogica dell’apprendimento adottata da questa Istituzione ritiene che la formazione dei concetti si effettua prevalentemente mediante l’azione concreta dei bambini a partire da quella di base, fondata sull’esplorazione sensoriale indicataci della concezione scientifica della Montessori che ritiene i sensi come organi di “prensione” delle immagini del mondo esterno, necessarie all’intelligenza, come le mani sono organi di prensione  degli oggetti materiali, necessari al corpo.

Dunque i processi di apprendimento non si svolgono solo a scuola, ma anche e soprattutto nell’extrascuola.

Nell’ambiente scolastico sono organizzati e programmati. Nell’extrascuola sono spontanei e non intenzionalmente preordinati e spaziano in <<campi di esperienza>>  naturali e della realtà, illimitati  rispetto a quelli artificiali ed angusti allestiti a scuola.

Ed il Children’s Museum di Città della Scienza si situa come intermediario educativo fra scuola e ambiente o realtà circostante, attivando le esperienze percettive che coinvolgono i cinque sensi sulle orme della didattica sensoriale montessoriana.

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Settimana dello Sport – X Edizione, in collaborazione con l’Eduform.   Dal 30 aprile al 5 maggio 2007.  Manifestazione finale il 5 maggio 2007

 Nella storia dell’Istituto M. Montessori quest’anno sarà ricordato come il primo decennale di un percorso educativo permanente organizzato pubblicamente in rete, cui possono partecipare tutte le scuole, le palestre e le accademie di danza del territorio allo scopo di concorrere insieme nel promuovere ed alimentare nei giovani il costume e la mentalità di una sana e condivisa cultura del valore della lealtà, della cavalleresca competizione, dell’impegno nel rispetto delle regole, della coerenza, dell’equilibrio, della grazia e dei più nobili sentimenti, stimolati dalla pratica sportiva, sorretta da un leale agonismo.

In questa esperienza l’Istituto Montessori si allea con l’extrascuola  per potenziare, in favore dei giovani, a partire da quelli che frequentano la scuola primaria, l’offerta di proposte, opportunità ed attività che consentano loro di confrontarsi in gare motorie, sportive e coreutiche, mirate ad agevolare il processo di socializzazione, della conquista dell’autonomia, dell’impegno della responsabilità e del reciproco rispetto, mentre curano il benessere, la grazia ed i talenti sportivi ed artistici.

Lo sport scolastico, in effetti, nella filosofia pedagogica di quest’Istituzione e nel piano operativo, ha funzione preventiva perché induce i giovani a rifuggire dalla pratica della devianza, del bullismo e del tifo scorretto che degenera nella ricerca dello scontro fisico e verbale.

In tal modo, si orientano a praticare quei valori olimpici che gratificano gli atleti con la conquista del successo alla luce degli ideali connessi alla vittoria, consistente nel piacere indotto dal superamento degli ostacoli che contrastano la gara e nel godimento che si prova spiritualmente nel rispettare l’antagonista risultante soccombente nel confronto.

La manifestazione finale, alla quale sono invitati tutti i cittadini, si svolgerà sabato 5 maggio 2007, dalle ore 10,00 alle ore 12,30, nelle palestre scoperte di quest’Istituto, secondo il programma che sarà reso noto con manifesto, pubblicato a cura dell’Eduform.

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