LO STEMMA DELLA CITTA'


D'oro alla mano di carnagione impugnante 4 fragole fruttate di rosso fogliate di verde.


    IL GONFALONE

Drappo partito di giallo e di rosso, riccamente ornato di ricami d'oro e caricato dallo stemma civico con l'iscrizione centrata d'oro, recante la denominazione della Città.
Le parti di metallo ed i cordoni saranno dorati. L'asta verticale sarà ricoperta di  velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma della Città e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro.

CENNI  STORICI


L'etimologia del toponimo è controversa, il primo documento che vi fa riferimento, scoperto dallo studioso Batolomeo Capasso risale al 1131 e riporta il nome Afraore, in carte successive si ritrova via via Afragone, Afraolla, Fraolla, Afrangola e dal 1272 Afragola.
Alcuni studiosi attribuiscono alla "a" di Afragola un valore privativo, "
senza fragole", altri un valore derivativo col conseguente significato di terra "ricca di fragole". La teoria che ha avuto più credito è forse quest'ultima come testimonia lo stemma civico miniato in oro raffigurante una mano che reca un ramoscello di fragole.
La tradizione vuole che la città sia stata fondata nel
1140 da Ruggero il Normanno che divise la zona tra i  soldati del suo seguito accordando a ciascuno cinque moggia di terra con cinque coloni addetti alla gleba. In realtà a quell'epoca alcuni dei villaggi che costituirono Afragola erano già abitati come testimonia un documento del 1025. Inoltre da studi e ritrovamenti archeologici si evince che il territorio era popolato da pagi osco-sanniti sin dal IV - III sec A.C..
Dopo il XII secolo Afragola ebbe un forte incremento demografico e con la venuta degli Angioini una parte di essa divenne feudo dell'arcivescovo di Napoli Bernardo Caracciolo e quindi  nel 1386 della famiglia Bozzuto. 
Nel 1575 l'Università di Afragola, col versamento di 27 mila ducati al governo regio riscattò il territorio feduale acquistando la libertà. Nel 1639, il casale, per sottrarsi ad altra vendita da parte del Vicerè di Napoli, duca di Medina, fu costretto a versare un ulteriore ingente tributo.
Alla fine del 1600 comunque Afragola era amministrata da un governatore vicereale la cui presenza faceva sì che l'autonomia civica fosse solo nominale.
Nel
1737 venne stilato un "Codice di Afragola" con nove norme incise poi su una lastra di marmo che attualmente si trova nell'atrio del Palazzo comunale. Solo nel 1809, dopo i cambiamenti portati dalla rivoluzione francese ci fu un'amministrazione civica veramente autonoma e primo cittadino fu il notaio Cesare Castaldo.
I primi nuclei abitativi di Afragola si svilupparono intorno ai tre più antichi edifici sacri che vi furono edificati: Santa Maria d'Ajello, San Giorgio e San Marco in Sylvis.
A partire dal diciassettesimo secolo, tre sono i tipi di abitazione che troviamo in Afragola:

  • terranei molto alti divisi in due da un soppalco ed il gabinetto era in comune nel cortile. Vi risiedevano i braccianti;
  • edificio prospettante sulla strada. Vi si accedeva da un androne che immetteva in un cortile in terra battuta. Vi abitavano i contadini più agiati;
  • edificio composto da tre settori: abitazione, cortile per i cavalli, giardino molto esteso. Vi abitava la borghesia professionale e commerciale.
Se nei primi due molto difficilmente si trovano ancora vestigia, passeggiando per le vie
della città numerosi sono i palazzi signorili, di architettura settecentesca, ottocentesca e neo classica che si possono ammirare.

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