La mostra a Parigi

L’esposizione dei manufatti delle donne si è svolta a Parigi i giorni 28, 29 e 30 gennaio 2000 presso il centro di cultura internazionale Issy le Moulineux.

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La realizzazione della mostra parigina costituisce un evento eccezionale. Infatti è la prima volta in Europa che persone in esecuzione di pena, anche se in misura alternativa alla detenzione, ottengono il permesso per recarsi in uno stato diverso da quello di appartenenza nell’ambito degli accordi di Schengen. Il percorso per giungere a questo risultato è stato lungo e complicato, infatti non esiste ancora a tutt’oggi una convenzione generale che regolamenta gli accordi di Schengen su questa materia. La presidente del Tribunale di Sorveglianza di Napoli A. Di Giovanni, interagendo con la Direzione dell’Amministrazione Penitenziaria ed il Ministére de la Justice in Francia mediante il magistrato di collegamento in Francia S. Mogini, è riuscita a stabilire gli accordi necessari con il Premier Juge de l’Application des Peines Juliette Francois per la realizzazione dell’iniziativa. Il numero elevato di fax, comunicazioni tra il presidente del tribunale di sorveglianza, il magistrato di collegamento in Francia, il vice direttore del DAP P. Mancuso, il giudice francese testimoniano l’alto interesse del Ministero di Grazia e Giustizia italiano e francese per l’iniziativa.

 

Le donne sono state accompagnate dal magistrato di sorveglianza Naja Ramadan e dalla direttrice del CSSA G. Levita, oltre che dai tutor e dai tecnici di motivazione che li seguono durante il percorso formativo.

La mostra è stata inaugurata il giorno 28 gennaio dal direttore generale dell’ANPE Mr. Etrillard, dalla direttrice dell’ANPE – ELE P. Catel, dal presidente del Tribunale di Sorveglianza di Napoli A. Di Giovanni e dal presidente di CONFARTIGIANATO E. Inferrera. Gli intervenuti all’inaugurazione e nei giorni successivi non erano certo i normali compratori che si incontrano nelle fiere, ma operatori del settore della formazione professionale, tecnici che operano in strutture di reinserimento lavorativo compresi gli operatori dell’amministrazione penitenziaria francese, operatori del settore artistico, operatori del fondo sociale europeo. Infatti lo scopo dell’esposizione parigina non è stato certamente quello di organizzare una mostra per la vendita dei manufatti, ma quello di stabilire gli opportuni contatti per allargare la rete di partenariato europeo per presentare il nuovo modello per il reinserimento sociale e lavorativo che si sta configurando nel progetto libera come nuovo modello per l’impiego nella futura Iniziativa Comunitaria EQUAL. Proprio a questo fine nell’esposizione non sono stati presentati solo i manufatti delle donne, ma anche una testimonianza del percorso formativo dei soggetti che seguono gli stage presso le autocarrozzerie CQT. Alla mostra è stata esposta una portiera di auto verniciata con la scritta CQT e LIBERA realizzata dai soggetti che seguono il terzo corso di formazione, ed erano presenti all’esposizione i maestri artigiani A. Ciano ed E. Bonifacio in rappresentanza delle auto carrozzerie CQT, insieme ai maestri artigiani A. Saltarelli, A. Avallone e M. De Benedictis presidente della cooperativa sociale Le Pleiadi.

I commenti, le sensazioni registrate durante l’esposizione sono state entusiastiche. Una rete televisiva francese che si occupa prevalentemente dei problemi dell’occupazione ha intervistato sia gli operatori che le donne e gli artigiani realizzando un servizio di circa un’ora sull’iniziativa. Il giorno 3 febbraio la direttrice dell’ANPE – ELE ha inviato una comunicazione in italiano all’Associazione Napoli Progetto Europa in cui diceva: "da lunedì 31 gennaio, riceviamo molti testimoni positivi per la qualità della mostra espositiva dei lavori delle donne. Siamo stati sollecitati di fare conoscere quest’esperienza via articoli di stampa tanto dall’ANPE al livello regionale e nazionale, quanto dalla missione del Fondo Sociale Europeo e dall’Amministrazione Penitenziaria francese. Tutte le persone che sono venute al vernissage o durante il week end ci hanno spiegato quanto siano state meravigliate scoprendo la qualità artistica delle produzioni. ……….Pensiamo che ci sia ancora molto da fare per trarre tutte le conseguenze di quest’esperienza. La vogliamo sfruttare per mostrare alle Confederazioni professionali francesi la funzione sociale utile che possono tenere. ……………….Siamo molto interessati di seguire il divenire della vostra azione".

Il percorso formativo delle donne si è concluso per la maggior parte di loro, non per tutte poiché gli stage formativi sono personalizzati in dipendenza del tipo di misura alternativa, a fine febbraio 2000, ma gli operatori del progetto hanno richiesto al Ministero del Lavoro l’autorizzazione per poter continuare gli stage ancora per tre mesi per poter organizzare un modulo formativo sulla creazione di abilità polivalenti nel settore dell’artigianato artistico, nella prospettiva che in seguito chiariremo in dettaglio.

di Giuseppe De Maria

 

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