Dalla Città invisibile a" Libera"

Un modello per il reinserimento sociale

Il progetto LIBERA intende mettere in contatto il mondo del lavoro con persone che hanno vissuto, o vivono, una situazione di svantaggio quale la detenzione, attraverso l’incontro delle realtà imprenditoriali artigiane e il loro bisogno di forza lavoro qualificata, e da qualificare, e la necessità di tali persone di reinserirsi nel mondo produttivo.

Tale obiettivo consegue da una esperienza autofinanziata di preparazione al progetto "LIBERA" già effettuata dall’Associazione Napoli Progetto Europa nella Casa Circondariale di Poggioreale. In quest'intervento, effettuato come fase esperenziale e preprogettuale in previsione della seconda fase dell’iniziativa Occupazione e Valorizzazione delle Risorse Umane, è stato condotto uno studio di fattibilità e verificata, limitatamente ad un piccolo numero di soggetti detenuti la sostenibilità delle fasi di motivazione, formazione mediante maestri artigiani e di formazione – lavoro presso le aziende dei formatori.

Nel corso della fase di sperimentazione dell’intervento, fase denominata "La Città Invisibile", vissuta come antefatto e poi come primo momento di "LIBERA", si sono realizzate idee ed ipotesi il cui monitoraggio ha fornito dati interessanti per correggere ed arricchire l’ipotesi di partenza.

La struttura del progetto LIBERA

La struttura del progetto è fondata su tre osservatori:

Osservatorio di impresa (responsabile R. Esposito – CONFARTIGIANATO) che svolge, in stretta collaborazione con le associazioni dell'artigianato, attività di analisi per individuare i settori artigiani che meglio si prestano, per le loro caratteristiche produttive, sia alla formazione del particolare target di soggetti cui è rivolto l'intervento sia all'offerta di sbocchi occupazionali.

In particolare i settori artigiani individuati sono quelli che hanno le seguenti caratteristiche:

Alta intensità di manodopera nei cicli di lavorazione;

Ricorso a profili professionali caratterizzati da bassa complessità;

Frequenti rinunce a commesse per indisponibilità di capacità produttiva adeguata (leggi soprattutto manodopera);

Utilizzo di tecnologie relativamente stabili nel tempo e poco sofisticate;

Utilizzo di conoscenze tecnico – operative che possano essere utilizzate anche in altri settori artigianali (polivalenza dei profili professionali);

Utilizzo di conoscenze tecnico – operative che consentano di avviare, nel tempo, una attività autonoma;

Aziende che mantengono stabili le loro dimensioni e le loro attività nel tempo e che fanno riferimento ad un mercato locale del lavoro.

L'osservatorio di impresa svolge attività di ricerca su nuovi modelli per l'impiego

Osservatorio Interno (responsabile E. De Notaris) che svolge attività di studio e ricerca sulle metodologie di motivazione e di selezione dei soggetti che partecipano ai percorsi formativi. Gli operatori di tale osservatorio curano la fase di motivazione durante il percorso.

Osservatorio Esterno (responsabile R. Tufari) coordina le attività di tutoring dei detenuti in misura alternativa alla detenzione; individua le strutture di accoglienza; svolge attività di ricerca – studio sull’ambiente di provenienza dei soggetti bersaglio; coordina le ulteriori misure di sostegno: sportello psicomotivazionale, alfabetizzazione.

Le attività di progetto si possono distinguere in: attività formativa, di ricerca e transnazionale.

Per quanto riguarda l'attività transnazionale il progetto Libera ha stipulato accordi con cinque diversi partner, ed è impegnato in due progetti transnazionali: RAINBOW e LIBERTE' 2.

I partner del progetto Rainbow sono: SIGES Argentan (Francia), AZB (Germania), Fundacion Patronato Jesus Abandonado de Murcia (Spagna).

I partner del progetto Liberté 2 sono: ANPE - Espace Liberté Employ (Francia), Suffolk Training and Enterprise Council LTD (Inghilterra).

L'attività formativa

L'attività formativa è centrata su tre corsi di formazione ciascuno dei quali comprende tre mesi di lavoro teorico sul mestiere oggetto del corso e di motivazione all'interno del carcere, e nove mesi di stage formativo presso le aziende artigiane con gruppo di motivazione settimanale presso la sede dell'Associazione Napoli Progetto Europa. Durante tutto il percorso formativo i beneficiari dell'intervento usufruiscono delle misure di sostegno coordinate dall'osservatorio esterno. L'alfabetizzazione quale misura di sostegno si è resa necessaria perché nella fase di sperimentazione si è verificato che il 50% dei soggetti erano o analfabeti o analfabeti di ritorno.

Il primo corso di formazione

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Il primo corso di formazione si è svolto con i soggetti coinvolti nella fase di sperimentazione "La Città Invisibile", nel settore dell'autoriparazione con la collaborazione delle carrozzerie CQT.    Alla data di partenza dell'attività formativa, 21 aprile 1998, il numero dei soggetti era ridotto ad 11 unità, in quanto alcuni di loro avevano abbandonato il progetto spontaneamente, altri erano rientrati in carcere per non aver ottemperato alle prescrizioni del tribunale di sorveglianza per le misure alternative.

Il rientro in carcere è stato dovuto o ad un aggravio di pena per reati precedenti o al ritorno all'uso di sostanze stupefacenti.    Il problema della tossicodipendenza è stato ed è tuttora un grave ostacolo allo sviluppo del percorso formativo.  Infatti circa il 70% dei soggetti coinvolti in questo corso, in perfetto accordo con le statistiche del Ministero di Grazia e Giustizia, avevano avuto storie di tossicodipendenza prima dell'ingresso in carcere ed i loro reati erano strettamente connessi all'uso di sostanze stupefacenti.

Il tema della droga è stato nel gruppo di motivazione dominante, e dominante era la paura da parte dei soggetti di ricominciare vecchi percorsi una volta usciti dal carcere. Durante lo stage formativo molti di loro avevano iniziato un percorso di reinserimento sorprendendo gli stessi operatori e i maestri artigiani vincendo la diffidenza di questi ultimi che hanno finito per accoglierli come veri lavoratori in formazione.

Peppe diceva: "mi accolgono come un figlio e mi sento come a casa mia". Luciano che era stato sempre scettico durante il percorso in carcere sulla possibilità di cambiare vita aveva ritrovato fiducia e piacere nel lavorare ed apprendere. Massimo aveva in breve tempo imparato a verniciare particolari dell'autovettura. Umberto si era inserito in breve tempo nel gruppo aziendale.

Nonostante questa favorevole premessa con i titolari delle aziende la dipendenza dalla droga però li ha portati in breve tempo alla revoca della misura alternativa alla detenzione e al ritorno in carcere.

Il primo corso di formazione si è concluso nel febbraio 1999 e solo 6 destinatari hanno concluso il percorso formativo. Di questi due hanno abbandonato l’attività lavorativa dopo la fine del corso, interrompendo anche i contatti con gli operatori del progetto, uno è ritornato in carcere dopo un mese per aver commesso un reato, mentre gli altri tre continuano a svolgere attività lavorativa. Giuseppe continua il lavoro di autocarrozziere ed ha partecipato nel dicembre 1998 all’incontro transnazionale che si è svolto a Napoli intervenendo al convegno che si è tenuto nella sala consiliare dell’Amministrazione Provinciale in Santa Maria La Nova. Gennaro ha superato, grazie al corso di alfabetizzazione gli esami di licenza media ed è stato assunto in una industria automobilistica. Antonio dopo aver continuato il lavoro di autocarrozziere fino al gennaio 2000 è stato assunto presso una impresa edile.

La valutazione in itinere del primo corso di formazione ha portato gli operatori degli osservatori ad una programmazione diversa delle attività, in modo particolare le azioni di selezione, di motivazione e di sostegno durante il percorso formativo.

Il secondo corso di formazione

Il secondo corso di formazione coinvolge 16 donne ex – detenute, di cui 6 libere e 10 in misura alternativa alla detenzione nel settore dell’artigianato artistico. Esso è iniziato nel gennaio 1999 ed è tuttora in corso. Hanno aderito imprese artigiane aderenti a CONFARTIGIANATO ed ArtigiaNapoli (consorzio artigiano fondato da CONFARTIGIANATO e CNA):

L’opera di Pulcinella di A. Saltarelli; Bijoux di A. Avallone; Xenia di G. Pavia; Vetrate Artistiche – V. Cembalo;Le Pleiadi – Cooperativa Sociale;

Terramia di P. Capriotti; La Giostra delle Metamorfosi di C. Vitullo; La Filanda;

Le spose di Margherita di Castellamare di Stabia.

 

Le donne hanno svolto i tre mesi di lavoro teorico e di motivazione presso la sede dell’Associazione Napoli Progetto Europa. Durante i primi tre mesi gli operatori M. Boccucci, L. Stanco, R. Delli Veneri, G. Di Petta hanno osservato e registrato le loro attitudini, svolgendo in collaborazione con A. Inferrera, coordinatrice delle attività di orientamento nel settore dell’artigianato artistico, attività di orientamento per l’avviamento agli stage formativi.

L’unico caso di insuccesso si è avuto, ancora una volta, con una allieva che aveva avuto storie di tossicodipendenza. Tutte le altre allieve continuano dal maggio 1999, data di inizio degli stage formativi, il loro percorso di formazione.

Intensa è stata durante il secondo corso di formazione l’attività di scambio transnazionale con il partner francese ANPE – ELE.

L’ANPE è l’agenzia governativa per l’impiego francese, in particolare l’ANPE – ELE è l’agenzia de l’Ile de France - Parigi che si interessa esclusivamente del reinserimento lavorativo di ex – detenuti.

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La direttrice P. Catel dopo l’incontro transnazionale avvenuto a Parigi nel giugno ‘99, ha chiesto di poter osservare lo svolgimento del percorso formativo delle donne in previsione di scambi di operatori e beneficiari del progetto tra l’Italia e la Francia. La visita è avvenuta nel luglio ’99. P. Catel con una operatrice dell’agenzia ANPE ha incontrato le donne nelle imprese artigiane, discusso con loro del percorso di reinserimento e dei progressi nell’acquisizione delle tecniche operative. Le donne hanno anche voluto esprimere la loro soddisfazione per i cambiamenti avvenuti nella loro vita. Rita che seguiva in quel periodo lo stage formativo presso La Filanda ha confezionato per loro nel breve tempo della visita due rose di stoffa. Lucia, nel laboratorio di Cembalo, ha mostrato i risultati del suo lavoro dicendo "ho finalmente scoperto che mi voglio bene". Anna e Rosaria, nel laboratorio Terra Mia, hanno illustrato con competenza il ciclo di lavorazione della ceramica, facendo nascere l’idea di programmare a Napoli e Parigi due mostre – convegno sui risultati del loro percorso formativo. Evelyn e Gladys, nel laboratorio La Giostra delle Metamorfosi, hanno sorpreso per la loro abilità nel produrre manufatti in cui risultava evidente il legame con la loro terra di origine.

Dopo la visita si è concordato con il partner francese di organizzare una mostra – convegno a Napoli nel dicembre ’99 ed un’altra a Parigi nel gennaio 2000.

Il terzo corso di formazione

Il terzo corso di formazione è rivolto a detenuti della Casa Circondariale di Poggioreale nel settore dell’autocarrozzeria. Sono stati selezionati dagli operatori del progetto 25 soggetti, su circa 50 che hanno effettuato i colloqui di selezione, affinché partecipassero al percorso formativo. Il corso è iniziato nel giugno ’99 e dal novembre successivo i 17 soggetti, che hanno ottenuto dal Tribunale di Sorveglianza di Napoli le misure alternative alla detenzione, hanno iniziato gli stage formativi presso le autocarrozzerie del gruppo CQT e auto officine aderenti a CONFARTIGIANATO. Le imprese artigiane che hanno aderito sono le seguenti:

Chiarastella;Brunasso;Berenice;Testa;Ciano;

Starace;Maglione;Romano;Federico;Bonifacio;

Nicolao; Scala; Cirella.

Gli stage formativi sono tuttora in svolgimento ed i soggetti seguono il gruppo di motivazione ed il corso di alfabetizzazione presso la sede dell’Associazione Napoli Progetto Europa.

L’attività di ricerca, di orientamento e di inserimento lavorativo

Queste tre attività del progetto Libera sono strettamente connesse per lo sviluppo di un nuovo modello sperimentale per i reinserimento sociale e lavorativo di persone svantaggiate.

Il progetto Libera è stato selezionato dall’ISFOL, struttura tecnica di supporto del Ministero del Lavoro per la formazione professionale e l’occupazione, quale progetto di eccellenza nella proposizione di nuovi modelli per l’impiego da monitorare durante l’azione.

L’Amministrazione Provinciale di Napoli in qualità di Ente Promotore e l’Associazione Napoli Progetto Europa in qualità di Ente Attuatore su suggerimento dell’ISFOL hanno presentato nell’ottobre ’99 una proposta di rimodulazione del progetto al Ministero del Lavoro per indirizzare sviluppare le azioni necessarie per rendere il progetto sostenibile al termine dello stesso.

Per consolidare e rendere sostenibile il modello che si sta elaborando nel progetto Libera, gli operatori hanno intrapreso azioni con i partner locali che mirano a:

  1. Orientare le attività di ricerca affinché abbiano una ricaduta effettiva per: nuove strategie di individuazione del disagio e di supporto; nuove metodologie di motivazione al reinserimento; analisi del mercato del lavoro e strategie formative per la creazione di abilità per soggetti svantaggiati.

Tali attività sono in fase di svolgimento nell’ambito dei tre osservatori (Interno, Esterno e di Impresa) del progetto:

Osservatorio Interno – l’attività di ricerca è orientata alla conoscenza del disagio e delle motivazioni della devianza e del recupero. Dal punto di vista metodologico non si seguono linee di ordine "psicologistico" o "testistico", ma appare più centrata, per il particolare insieme di soggeti bersaglio, una metodologia che prenda in considerazione il versante emozionale e motivazionale dei soggetti bersaglio, delle loro famiglie, del plexus in cui sono inseriti.

Osservatorio Esterno – l’attività di ricerca è orientata alla individuazione dei servizi esistenti sul territorio in quattro quartieri di Napoli (Scampia, Vicaria, Barra, Mercato Pendino) da dove maggiore è la provenienza dei soggetti bersaglio del progetto, cercando di individuare attraverso le loro storie di vita le debolezze della struttura di servizi.

Osservatorio di Impresa – l’attività di ricerca, con riferimento al progetto rimodulato, è affidata al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione della Seconda Università degli Studi di Napoli. Essa sarà rivolta ai due settori dell’artigianato di riferimento del progetto LIBERA: autoriparazione, artigianato artistico. Per quanto riguarda il primo, poiché è possibile ipotizzare un inserimento lavorativo in azienda data la richiesta di manodopera, verranno analizzate le possibilità di assorbimento del settore dopo il processo formativo. Per quanto riguarda il secondo, data la particolare tipologia delle aziende, non è possibile formulare la stessa ipotesi, per cui verrà formulato un modello – proposta che sarà esplicitato nel seguito. Con riferimento all’attività di ricerca relativa a questo settore, essa si articola nelle seguenti quattro fasi svolte in sequenza:

  1. Realizzazione, attraverso un’indagine sul campo, di un’anagrafe delle imprese aderenti all’associazione "Artigianapoli" (consorzio artigianato artistico fondato da confartigianato e CNA) con riferimento a: settori di attività, principali prodotti e mercati, tipologie e caratteristiche dei processi produttivi e tecnologie utilizzate;
  2. Scelta di un campione di N imprese, per ciascuno degli M settori di attività identificati nel corso della fase 1. ed identificazione, per ciascuna impresa, delle possibili fasi del processo di produzione da affidare in subfornitura;
  3. Identificazione dei profili professionali e dei relativi supporti tecnologici – organizzativi necessari per la realizzazione delle attività di subfornitura individuate nella fase 2.;
  4. Valutazione del grado di opportunità di affidamento delle attività di subfornitura ad una cooperativa sociale sulla base dei risultati emersi, tenuto conto delle attività formative già svolte e orientando la richiesta di ulteriori attività formative.

L’attività di ricerca, inoltre, fornirà una banca dati del settore e la struttura di un osservatorio permanente del mercato del lavoro (Osservatorio di Impresa) con il compito di analizzare il mercato, recepirne le esigenze ed orientare, quindi, la formazione.

  1. Sviluppare e sostenere con i partner locali il modello di inserimento lavorativo proposto nel progetto LIBERA

Tale attività è svolta con la partecipazione di Confartigianato, la Provincia di Napoli, le aziende artigiane aderenti al consorzio Artigianapoli.

Essa prevede:

  1. La costituzione di una cooperativa sociale di tipo B formata dalle donne che hanno seguito il secondo corso di formazione;
  2. La costituzione di un consorzio di 2° grado con il patrocinio dell’Amministrazione Provinciale tra CONFARTIGIANATO, CNA, Artigianapoli, la cooperativa sociale, l’Associazione Napoli progetto Europa che fornirà come prodotto del progetto LIBERA la struttura dell’Osservatorio di Impresa quale prodotto dell’attività di ricerca. Tale consorzio gestirà il processo formativo, orientato dall’Osservatorio di Impresa, sul modello del progetto LIBERA (selezione soggetti – motivazione – formazione professionale – inserimento lavorativo nell’ambito della cooperativa sociale) e l’incontro della domanda e dell’offerta del lavoro.

Si prevede che la costituzione del consorzio e della cooperativa sociale possa avvenire, dopo la sottoscrittura di un protocollo di intesa, alla fine di maggio. Esso sarà sostenuto nella prima fase sperimentale dal progetto LIBERA con le attività di inserimento lavorativo ed orientamento previste nel progetto. Valutata la fase sperimentale di tale modello nel settore dell’artigianato artistico esso verrà proposto quale nuovo modello per l’impiego per la prossima iniziativa del Fondo Sociale Europeo.

Giuseppe de Maria

SOMMARIO