IL FONDO SOCIALE EUROPEO E LA VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE PER L’INCREMENTO DELLE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO

Non si può parlare di FSE senza analizzare il ruolo che esso assume nella politica sociale perseguita dall’Unione Europea. Attraverso il FSE si intende, infatti, sostenere i Paesi membri nella loro lotta contro l’emarginazione sociale, contribuendo alla crescita qualitativa del capitale umano e generando una funzione attiva anche nelle politiche locali di sviluppo. Una politica le cui origini risalgono ormai al 1974, quando il Consiglio delle Comunità Europee adottò il primo programma sociale della Comunità e nel corso degli ultimi anni a seguire, si è venuta sviluppando ed arricchendo nelle finalità e nei contenuti e che ha trovato nell’Atto Unico del 1986 la sua massima espressione programmatoria. E’ in questo documento (Capitolo V) che viene sancita la determinazione ed un impegno per uno sviluppo europeo fondato sulla coesione economica e sociale, riconoscendo così il

ruolo strategico di una politica sociale, attiva e dinamica, realizzata a livello comunitario.

La nuova programmazione 2000 – 2006 del Fondo Sociale Europeo, sancita nel Trattato di Amsterdam, con il nuovo titolo sull’occupazione, e’ legata alla strategia europea per l‘occupazione che ha preso avvio con il Consiglio Europeo straordinario di Lussemburgo del novembre 1997.

Tale strategia si è tradotta in linee guida di azione a cui i Paesi membri si sono impegnati per attenersi attraverso l’elaborazione di piani annuali (NAP) sottoposti a costante verifica da parte della Commissione e del Consiglio dei Ministri per verificare se, ed in quale misura, si attua nell’Unione la convergenza verso livelli di occupazione rilevanti.

Infatti, uno degli elementi di maggiore novità del nuovo periodo di programmazione, in coerenza col Trattato di Amsterdam, e’ costituito dalla relazione stretta che deve esistere tra la strategia integrata a favore dell’occupazione espressa dai NAP e i fondi strutturali, in particolare il FSE.

Esso infatti deve essere considerato lo strumento finanziario strategico per sostenere l’attuazione del piano nazionale per l’occupazione, perché è finalizzato a supportare le innovazioni per aumentare l’efficacia delle misure atte a favorire l’inserimento lavorativo. Pertanto, come previsto nel nuovo regolamento, il Fondo sostiene e completa le attività degli stati membri volte a sviluppare il mercato del lavoro nonché le risorse umane con le seguenti priorità: 1) lo sviluppo e promozione di politiche attive del mercato del lavoro per combattere e prevenire la disoccupazione, in particolare quella di lunga durata, agevolare il reinserimento dei disoccupati nel mercato del lavoro e sostenere l’inserimento nella vita professionale dei giovani; 2) promozione di pari opportunità per tutti nell’accesso al mercato del lavoro, e in particolare per le persone che rischiano l’esclusione sociale; 3) promozione e miglioramento della formazione professionale e dell’istruzione nell’ambito di una politica di apprendimento nell’intero arco della vita al fine di agevolare e migliorare l’accesso e l’integrazione nel mercato del lavoro, migliorare e sostenere l’occupabilità e promuovere la mobilità professionale.

Ulteriori elementi di novità sono l’attenzione allo sviluppo locale, che ha già un ruolo prioritario negli interventi comunitari presenti nelle recenti esperienze di programmazione negoziata. In tale logica la formazione finanziata dal F.S.E. può supportare lo sviluppo territoriale, per favorire maggiormente la promozione dell’imprenditorialità, in particolare nell’economia sociale e nei nuovi bacini d’impiego; il FSE promuove la sensibilizzazione del contesto (sociale, formativo, aziendale) nei confronti dei temi dell’esclusione sociale, e concede aiuti aiuti all’occupazione e al lavoro autonomo nel settore della ricerca, della scienza e dello sviluppo tecnologico e della formazione post-laurea. Per la formazione, il F.S.E. quindi svolge un ruolo strategico per lo sviluppo dell’occupazione legata ai bisogni di un nuovo sviluppo imprenditoriale per il Mezzogiorno e proiettato verso il futuro.

                     M. Caterina Vottari

SOMMARIO