Perchè si può
introdurre nel mercato
Relazione tenuta dal
dott. M. Rosco, esperto di Marketing, al meeting di S. Leucio.
Disporre di un
fast-food senza glutine fuori di casa è sicuramente un problema
di grande complessità. Bisogna non tanto coinvolgere il
ristoratore amico, ma rivolgersi alle grandi catene, problema, questo,
di grande complessità che richiede una precisa strategia di
marketing.
Vendere significa
due cose: offrire un beneficio, ma anche creare una comunicazione. Quindi
per vendere, nella società contemporanea, noi dobbiamo lavorare
su questi aspetti: vedere quale beneficio possiamo offrire; vedere quale
comunicazione e immagine riusciamo a offrire. E la comunicazione
è importante quanto il beneficio, anche per una prodotto legato
ad un bisogno primario quale il cibo. Il cibo è elemento di comunicazione
per eccellenza; o lo sappiamo e lo vediamo da questo punto di vista, o
non riusciremo a vendere.
Vendere alle
catene significa fare una duplice operazione come in ogni piano di vendita:
si studia la tattica, cioè come muoversi, cosa fare operativamente,
ma prima si deve costruire una strategia, cioè vedere come posizionarsi,
come riuscire a confrontarsi con le realtà che si vogliono coinvolgere.
Per quel che riguarda la tattica non ci sono strade diverse da andare a
bussare i campanelli: la vendita, comunque la vogliamo intendere, richiede
un investimento personale in queste cose. Il problema è capire a
quali campanelli andare a bussare, a come strutturare la comunicazione
ai clienti prima di andare a trovarli in modo che abbiano già un'idea
dei BENEFICI che li aspettano.
Qua ci sono due strade:
andare da una "catena", strada più sicura nel lungo periodo, oppure
andare dal singolo. E' chiaro che le grandi catene tendono ad accentrare
gli acquisti, tuttavia per quel che riguarda gli autogrill si può
coinvolgere il singolo ristorante, perché ognuno di questi ha un
suo spazio di acquisti di prodotti locali: ad esempio qui a Caserta nord,
si vende la mozzarella di bufala, che non si trova negli altri ristoranti
della catena. Quindi , oltre al prodotto industriale negli autogrill c'è
il prodotto tipico. Da questo punto di vista sicuramente attraverso un
contatto con il singolo esponente si può creare, nel tempo, una
propria catena di operatori. Per far questo il beneficio che devo offrire
è che, se quel determinato autogrill ha i prodotti che mi interessano,
io porto non il singolo celiaco, ma io porto il pullman, il gruppo, la
comitiva. Per far questo devo convincere che il prodotto è un prodotto
per tutti: io credo che questa sia una strada da sperimentare, anche
se è lunga e lenta.
Vendere a una
grande catena richiede invece un lavoro più lento
inizialmente, ma che, se riesce offre grandi vantaggi. Ma per andare
da una catena occorre fare del marketing, perché lì tutto
è impostato secondo un preciso modello di marketing, e qui torno
al discorso della comunicazione. Che cosa si comunica? Dei valori: oggi
se non sei portatore di valori non puoi comunicare nulla, non puoi fare
del marketing.
Tutti i nostri consumi
sono legati al concetto di "valore". Il modo in cui ci vestiamo, il modo
in cui ci divertiamo, il modo in cui mangiamo è un consumo di valori,
nel senso che quello che maggiormente ci interessa è l'aspetto simbolico
del consumo, non il suo specifico valore d'uso. Se non capiamo questo aspetto,
se non capiamo che il consumo è un consumo di valori non riusciamo
a vendere in realtà che di questo principio hanno fatto il loro
successo. Il fast-food è un valore, non è una semplice modalità
il mangiar bene. Pensate che il big-burger della catena dei McDonald's
è un indicatore economico. il valore del big-burger nei vari
paesi del mondo (lo stesso prodotto è presente in più di
100 paesi del mondo) è un valore di riferimento rispetto alla quotazione
del dollaro. Sul Sole 24ore viene pubblicato l'indice
dei prezzi che determinano il valore delle diverse monete rispetto al dollaro.
Ma su che cosa si basano
i valori del fast food? Sul concetto del piacere e della compagnia:
il fast-food, guardate la pubblicità in televisione, si presenta
come luogo di comunicazione, di compagnia, di divertimento; si mangia in
un luogo dove si sta insieme, dove è piacevole stare insieme. Il
mangiare non è concepito come semplice consumo di prodotti
per nutrirsi, ma è visto come un'occasione di divertimento.
Il mangiare come divertimento.
e accanto a questo, ma sono valori fondamentali comodità e
pulizia. Comodità pulizia sono la base del fast-food,
insieme con il divertimento e il piacere di stare insieme. Quello
che manca nella comunicazione è il sapore, il gusto, cosa
che, può sembrare, ha meno senso.
Se si vuole lavorare
con i fast-food occorre partire da questo: i prodotti che si vogliono
offrire sono prodotti per una catena, in cui ciò che ha valore è
IL PIACERE del cibo, non il gusto del cibo, LA COMPAGNIA, lo stare insieme.
Quindi il prodotto ha bisogno di questo livello di comunicazione e di immagine,
deve entrare in rapporto con il fast-food se sa offrire un'immagine che
non sia in contrasto con questi valori.
Ma facciamo un ulteriore
passo indietro: l'alimentazione che valore ha nella nostra società?
Quali sono gli elementi culturali forti che noi oggi consumiamo?
proviamo a riassumere in due raggruppamenti:
1) leggerezza// salute
2) naturalità// piacere
Oggi i prodotti
devono essere leggeri. Ogni prodotto, anche quello apparentemente
meno gentile, deve avere come sua caratterizzazione la leggerezza. La leggerezza
viene scambiata con la salute. Vorrei chiedere ai medici presenti
se leggero è sempre salutare. Io non so se sia vero nel mondo
reale, è vero nel mondo del marketing: ciò che si vende è
leggero, quindi fa bene
Il secondo aspetto
è che ciò che è naturale dà piacere.
La cosa bizzarra è che l'industria alimentare che dice
di essere naturale noni ci fa vedere mai un macchinario nella pubblicità,
ci fa vedere l'orto. Quindi non si vende se i prodotti
non sono naturali, non si vende, se non si dà piacere. Il piacere
è legato alla naturalezza.
Io credo dunque
che il prodotto debba comunicare queste cose, che veramente il
prodotto di cui si è parlato, il prodotto a base di mais, abbia
queste potenzialità, abbia una sua potenzialità autonoma
di comunicazione, perché può essere comunicato come naturale/piacevole
e come Leggero/salutare. Inoltre questo prodotto ha dietro una storia e
questo aiuta a costruire una comunicazione.
Quindi tutti questi
elementi possono costruire un modello, un modello che può essere
presentato al singolo, ma specialmente alla catena. Questa della comunicazione
e dell'immagine è l'inizio, ma è un processo che richiede
investimenti, richiede uno studio, richiede capacità di vestire
i prodotti con quegli elementi di cui abbiamo parlato: culturali , immaginifici,
comunicativi.
Probabilmente
questo prodotto ha un suo spazio importante di successo, e la scommessa
che mi sembra, in questo convegno, voi vogliate lanciare è che anche
chi non appartiene al mondo del celiaco può condividere, l'uso soddisfacente
di certa alimentazione. I presupposti per riuscirci, e questo è
stato il senso del mio intervento, ci sono anche dal punto di vista
del marketing, per riuscire occorre a questo punto un impegno non solo
carico di buona volontà e di entusiasmo, ma anche di professionalità
specifica. |